Il diritto all'accoglienza dei richiedenti asilo è limitato alla durata del procedimento di esame della domanda di protezione internazionale e, in caso di rigetto, fino alla scadenza del termine per l'impugnazione della decisione; in caso di ricorso giurisdizionale, il richiedente privo di mezzi sufficienti usufruisce delle misure di accoglienza per il tempo in cui è autorizzato a rimanere nel territorio nazionale ai sensi dell'articolo 35-bis, commi 3 e 4, del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25. Pertanto, una volta concluso definitivamente il procedimento di esame della domanda di protezione internazionale con esito negativo, anche a seguito di rigetto del ricorso per cassazione, l'amministrazione è legittimata a disporre la cessazione delle misure di accoglienza, senza che ciò comporti violazione degli articoli 7 e seguenti della legge n. 241/1990 sulla comunicazione di avvio del procedimento o dell'articolo 14 del testo unico sull'immigrazione in materia di espulsione dello straniero, trattandosi di procedimenti autonomi e basati su presupposti e procedure differenti. La mancata comunicazione di avvio del procedimento di revoca delle misure di accoglienza non determina l'annullamento del provvedimento finale, qualora il suo contenuto non avrebbe potuto essere diverso da quello adottato, in applicazione dell'articolo 21-octies, comma 2, della legge n. 241/1990.