Cassazione penale Sez. III sentenza n. 42543 del 17 ottobre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:42543PEN

Massima

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Il reato di produzione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-ter c.p. si configura anche in relazione a qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore di anni 18 per scopi sessuali, a prescindere dall'accertamento del concreto pericolo di diffusione del materiale. Il pericolo di diffusione può essere desunto dalla condotta subdola dell'imputato, che abbia utilizzato falsi profili social per ottenere le foto e minacciare la vittima di divulgarle, dimostrando una particolare dimestichezza nell'uso degli strumenti informatici e un'incessante attività di reperimento di minorenni per soddisfare le proprie brame. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato, compreso il carattere pedopornografico del materiale, può fondarsi sulle dichiarazioni precise e costanti della persona offesa, in assenza di elementi che ne possano inficiare l'attendibilità. Ai fini dell'applicazione della continuazione tra più reati, l'unicità del disegno criminoso deve essere positivamente e rigorosamente provata, non essendo sufficiente la mera identità delle norme violate, la prossimità temporale o la medesimezza del movente, dovendosi invece accertare l'esistenza di un unico programma criminoso deliberato fin dall'inizio nelle linee essenziali per conseguire un determinato fine.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IZZO Fausto - Presidente

Dott. SOCCI Angelo M. - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. SEMERARO Luca - Consigliere

Dott. MACRI' Ubal - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza in data 15.6.2017 della Corte d'appello di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott.ssa Ubalda Macri';
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. Molino Pietro, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 12.7.201…

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