Il falso ideologico commesso da un cittadino extracomunitario, che dichiara falsamente il proprio cognome a pubblici ufficiali pur fornendo correttamente gli altri elementi identificativi, integra il reato di cui all'art. 495 c.p. anche qualora la difformità del cognome sia dovuta a difficoltà di trasposizione dei suoni della lingua d'origine nella lingua italiana, in quanto tale circostanza non esclude la sussistenza del dolo, essendo il soggetto agente tenuto a conoscere la grafia esatta del proprio cognome, specie ove abbia personalmente compilato il modulo di identificazione. La pena per tale reato, in applicazione della legge n. 125 del 2008 che ha inasprito il trattamento sanzionatorio, deve essere determinata nel minimo edittale di un anno di reclusione, salvo la possibilità di applicare le attenuanti generiche nella loro massima estensione e l'aumento per la continuazione, al fine di pervenire a una pena prossima al minimo concretamente irrogabile.