Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 42905 del 2 dicembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:42905PEN

Massima

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Il reato di calunnia sussiste quando l'agente, con piena consapevolezza dell'innocenza della persona incolpata, la accusa falsamente di un reato, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto vantaggio o di recare ad essa un danno. Ai fini della configurabilità del dolo di calunnia, è necessario che l'agente abbia la certezza dell'innocenza dell'incolpato, non essendo sufficiente il mero dolo eventuale. Pertanto, ove l'imputato abbia mosso accuse gravi e dettagliate nei confronti di un magistrato, contestandone l'operato nell'ambito di un procedimento penale, senza che sia accertata la sua consapevolezza dell'innocenza del magistrato medesimo, il reato di calunnia non può ritenersi integrato. In tali casi, il giudice è tenuto a verificare attentamente la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, considerando anche il contesto in cui le accuse sono state formulate e l'eventuale convinzione soggettiva, ancorché erronea, dell'imputato di aver subito gli effetti negativi di una condotta illecita del magistrato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. ((omissis)) - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) NO. CL. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 6569/2005 CORTE APPELLO di ROMA, del 06/03/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LINA MATERA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALATI Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

sentito il difensore Avv. ((omissis)), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.…

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