Il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e al riciclaggio, commesso attraverso un articolato meccanismo fraudolento che sfrutta la triangolazione fiscale nella filiera di distribuzione dei prodotti petroliferi, è configurabile quando vi siano gravi indizi di un vincolo associativo, con ruoli e compiti definiti, volto alla realizzazione di condotte illecite reiterate nel tempo, caratterizzate dall'interposizione di società "cartiere" prive dei requisiti di legge per l'acquisto di prodotti in sospensione d'imposta, dalla creazione di documentazione fittizia, dall'utilizzo di conti correnti esteri e di una rete telefonica dedicata, nonché dalla predisposizione di meccanismi volti a eludere i controlli fiscali e a monetizzare i profitti illeciti. In tali casi, sussistono le esigenze cautelari del pericolo di inquinamento probatorio, in ragione della necessità di identificare i soggetti addetti alla gestione dei conti correnti esteri e della documentazione costruita ad arte, nonché del rischio di reiterazione del reato, considerato il ruolo centrale dell'indagato nella ristrutturazione societaria finalizzata a proseguire l'attività delittuosa anche a seguito dei controlli fiscali.