Consiglio di Stato sentenza n. 7785 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:7785SENT

Massima

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La realizzazione di opere edilizie in assenza del prescritto titolo abilitativo costituisce un abuso edilizio, la cui accertata sussistenza comporta l'obbligo per l'amministrazione comunale di adottare il provvedimento di demolizione, senza che sia necessaria una specifica motivazione in ordine alle ragioni di pubblico interesse che impongono il ripristino della legalità violata. L'ordinanza di demolizione, infatti, ha natura vincolata e rigidamente ancorata al ricorrere dei relativi presupposti di fatto e di diritto, non richiedendo alcuna valutazione discrezionale in merito all'opportunità della misura demolitoria. L'amministrazione è pertanto tenuta a disporre la demolizione delle opere abusive, a prescindere dalla qualificazione giuridica delle stesse (nuova costruzione o ristrutturazione edilizia), essendo sufficiente l'accertamento della loro realizzazione in assenza del dovuto titolo edilizio. La mancata comunicazione di avvio del procedimento non inficia la legittimità dell'ordinanza di demolizione, trattandosi di un provvedimento vincolato la cui adozione non è condizionata dalla partecipazione del privato, in quanto questa non potrebbe comunque determinare un esito diverso. Inoltre, la motivazione dell'ordinanza di demolizione è da ritenersi adeguata laddove essa contenga la descrizione delle opere abusive e la constatazione della loro abusività, senza che sia necessario un ulteriore approfondimento in ordine alle ragioni di pubblico interesse che giustificano la misura demolitoria, essendo tale interesse insito nella finalità di ripristino della legalità violata. Pertanto, il provvedimento di demolizione di opere edilizie realizzate in assenza di titolo abilitativo risulta legittimo, non richiedendosi alcuna specifica motivazione in ordine alle ragioni di pubblico interesse che lo sorreggono.

Sentenza completa

Pubblicato il 16/08/2023

N. 07785/2023REG.PROV.COLL.

N. 05448/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 5448 del 2020, proposto dalla signora Anna Maria Tito, rappresentata e difesa dall’avvocato Emanuele D’Alterio, con domicilio digitale come da PEC da Registri di giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Leopoldo Di Bonito in Roma, piazza dei Martiri di Belfiore, n. 2;

contro

il Comune di Giugliano in Campania, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dall’avvocato Giuseppe Russo, con domicilio digitale come da PEC da Registri di giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Luigi Napolitano in Roma, via Girolamo da Carpi, n. 6;

per la riforma

de…

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