Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3856 del 29 gennaio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:3856PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si realizza quando l'agente, mediante minaccia o intimidazione, costringe la vittima a consegnare denaro o altre utilità, anche di modico valore, sottraendole alla sua libera disponibilità e determinandone un ingiusto danno patrimoniale, a prescindere dalla finalità di beneficenza o liberalità che l'agente intendesse perseguire. La limitata entità della somma estorta non esclude la configurabilità del reato di estorsione, in quanto il danno patrimoniale sussiste comunque per il soggetto passivo, il quale viene privato della disponibilità di quelle risorse, indipendentemente dalla loro destinazione. Pertanto, il fatto che le somme siano state richieste a soggetti, come i parroci, solitamente inclini a elargizioni gratuite, non incide sulla natura estorsiva della condotta, in quanto la dazione di denaro a seguito di minaccia o intimidazione non può essere considerata una liberalità spontanea. Il delitto di estorsione, dunque, si realizza ogniqualvolta l'agente, mediante violenza o minaccia, costringa la vittima a consegnare denaro o altre utilità, sottraendole alla sua libera disponibilità e determinandone un ingiusto danno patrimoniale, a prescindere dall'entità della somma estorta e dalla finalità perseguita dall'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. MONACO Marco Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI NAPOLI;
contro:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/04/2019 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MANTOVANO ALFREDO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. PRATOLA GIANLUIGI, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

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