Cassazione penale Sez. III sentenza n. 27768 del 24 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:27768PEN

Massima

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Il diritto all'assistenza linguistica dell'imputato alloglotta, garantito dagli artt. 143 e 143-bis c.p.p., non impone la traduzione scritta di tutti gli atti del procedimento, essendo sufficiente che sia consentito all'imputato di conoscere il caso che lo riguarda e di difendersi, anche attraverso l'assistenza gratuita di un interprete. Pertanto, l'omessa traduzione in lingua comprensibile all'indagato alloglotta dell'avviso di fissazione dell'udienza di riesame non integra alcuna nullità, né pregiudica il diritto di difesa, in quanto l'imputato può comunque esercitare il diritto di richiedere il differimento dell'udienza con l'assistenza dell'interprete. Tale soluzione interpretativa è conforme alla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, la quale afferma che il diritto all'assistenza dell'interprete non esige la traduzione scritta ed indiscriminata di tutti gli atti del procedimento, essendo sufficiente che sia consentito all'imputato di conoscere il caso che lo riguarda e di difendersi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

Dott. NOVIELLO Giuseppe - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessand - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale di Milano del 9 ottobre 2018;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Cons. Dott. ANDRONIO A. M.;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa DI NARDO Marilia, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. - Con ordinanza del 9 ottobre 2018, il Tribunale di Milano ha rigettato la richiesta di riesame proposta …

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