Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42786 del 19 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:42786PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene di proprietà di terzi è legittimo quando sussiste il collegamento tra il bene e l'attività delittuosa dell'imputato, nonché l'effettiva disponibilità del bene in capo all'imputato stesso, a prescindere dalla modalità di acquisizione del bene (se direttamente con il provento del reato o indirettamente attraverso l'utilizzo di somme distratte dal patrimonio della società fallita). La libera disponibilità del bene, anche se acquistato con somme non direttamente riconducibili alle condotte delittuose contestate, può aggravare le conseguenze del reato, impedendo il recupero dello stesso alla procedura concorsuale. Il giudice che dispone il sequestro preventivo agisce nell'ambito delle proprie competenze, senza incorrere in vizi di incompetenza funzionale, quando il bene risulta pertinente al reato contestato all'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. SCARLINI E. V. S - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
c/:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
nel procedimento a carico di quest'ultimo;
avverso l'ordinanza del 05/01/2017 del TRIB. LIBERTA' di MILANO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ENRICO VITTORIO STANISLAO SCARLINI;
lette le conclusioni del PG, Dott. CUOMO Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
Udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1 - Con ordinanza del 5 gennaio 2017 il Tribunale di Milano, sezione per il riesame, confermava il d…

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