Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza breve n. 4373 del 2016

ECLI:IT:TARLAZ:2016:4373SENB

Massima

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Il provvedimento amministrativo di rigetto di una richiesta di verifica e certificazione, emesso dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), è suscettibile di impugnazione dinanzi al Giudice amministrativo. Tuttavia, la sopravvenuta adozione di nuovi provvedimenti da parte del GSE, che accolgono parzialmente il progetto originariamente respinto, determina la carenza di interesse della parte ricorrente alla definizione del giudizio, rendendo il ricorso improcedibile. In tali ipotesi, il Giudice dispone la compensazione delle spese di giudizio, in considerazione dell'esito parzialmente favorevole per il ricorrente e dell'accordo tra le parti sulla definizione del contenzioso. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il provvedimento amministrativo di rigetto di una richiesta di verifica e certificazione, emesso dal GSE, è impugnabile dinanzi al Giudice amministrativo. Tuttavia, la successiva adozione di nuovi provvedimenti da parte del GSE, che accolgono parzialmente il progetto originariamente respinto, determina la carenza di interesse della parte ricorrente alla definizione del giudizio, rendendo il ricorso improcedibile. In tali casi, il Giudice dispone la compensazione delle spese di giudizio, in considerazione dell'esito parzialmente favorevole per il ricorrente e dell'accordo tra le parti sulla definizione del contenzioso. La massima giuridica si fonda sui seguenti principi e argomentazioni: 1. Il provvedimento amministrativo di rigetto di una richiesta di verifica e certificazione, emesso dal GSE, è suscettibile di impugnazione dinanzi al Giudice amministrativo. Ciò in quanto il GSE, in quanto ente pubblico economico, esercita funzioni amministrative nell'ambito del sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili, le cui determinazioni sono sindacabili in sede giurisdizionale. 2. Tuttavia, la successiva adozione di nuovi provvedimenti da parte del GSE, che accolgono parzialmente il progetto originariamente respinto, determina la carenza di interesse della parte ricorrente alla definizione del giudizio, rendendo il ricorso improcedibile. Ciò in quanto il mutamento della situazione giuridica sostanziale, a seguito dell'accoglimento parziale del progetto, fa venir meno l'interesse del ricorrente all'annullamento dei provvedimenti impugnati. 3. In tali ipotesi, il Giudice dispone la compensazione delle spese di giudizio, in considerazione dell'esito parzialmente favorevole per il ricorrente e dell'accordo tra le parti sulla definizione del contenzioso. Ciò in applicazione del principio di soccombenza virtuale, in base al quale le spese possono essere compensate quando l'esito del giudizio sia il risultato di una transazione o di un accordo tra le parti.

Sentenza completa

N. 14537/2015
REG.RIC.

N. 04373/2016 REG.PROV.COLL.

N. 14537/2015 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Terza Ter)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 60 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 14537 del 2015, proposto dalla Tryinvest Srl, rappresentata e difesa dall'avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. ((omissis)) in Roma, ((omissis)), 43;

contro

Gestore dei Servizi Energetici Gse Spa, rappresentato e difeso dagli avv.ti ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. ((omissis)) in Roma, Via Piemonte, 39;

per l'annullamento

del provvedimento prot. GSE/P020150072384 del 7/9/2015 con il quale il GSE ha rigettato la richiesta di verifica e certificazione (RVC) n…

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