Il ricorso per cassazione avverso una sentenza penale di condanna deve essere proposto entro il termine perentorio di trenta giorni dalla sua notificazione o comunicazione all'imputato, a pena di inammissibilità. Il mancato rispetto di tale termine, anche di un solo giorno, comporta l'inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende. Il principio di tassatività e perentorietà dei termini di impugnazione, sancito dall'articolo 585 del codice di procedura penale, risponde all'esigenza di garantire la ragionevole durata del processo e la certezza dei rapporti giuridici, non essendo ammissibili deroghe o eccezioni di sorta. La mancata proposizione del ricorso entro il termine previsto dalla legge, anche per un solo giorno, determina l'inammissibilità dello stesso, senza possibilità di sanatoria o rimessione in termini, in ossequio al principio di tassatività delle impugnazioni. Tale rigore formale, pur potendo apparire talvolta eccessivo, è necessario per assicurare l'effettività della tutela giurisdizionale e la stabilità delle decisioni giudiziarie, evitando il protrarsi indefinito del contenzioso.