Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32028 del 18 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:32028PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. richiede, oltre alla stabile permanenza di un vincolo associativo tra almeno tre persone finalizzato alla realizzazione di una serie indeterminata di attività criminose, la capacità del sodalizio di proiettarsi verso l'esterno, di radicarsi nel territorio in cui opera e di determinare un diffuso assoggettamento e omertà nella collettività insediata nell'area di operatività, attraverso la sua riconosciuta e percepita forza intimidatrice. Tale forza intimidatrice, che costituisce l'elemento strutturale e caratterizzante del metodo mafioso, deve essere obiettivamente riscontrabile e non può essere desunta dalla mera esistenza di un vincolo associativo o dalla commissione di singoli reati, essendo necessario che l'associazione abbia conseguito nell'ambiente circostante una effettiva capacità di intimidazione, tale da indurre una diffusa percezione della sua efficienza nell'esercizio della forza, anche a prescindere dal concreto esercizio di atti di intimidazione. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 416-bis c.p., non è sufficiente la mera esistenza di un sodalizio criminoso, né la prova della commissione di reati fine, dovendosi altresì accertare l'effettiva proiezione esterna della forza intimidatrice del gruppo, la sua capacità di radicarsi nel territorio e di determinare un diffuso assoggettamento e omertà nella collettività. Inoltre, la partecipazione all'associazione mafiosa deve essere dimostrata in relazione a ciascun singolo imputato, non potendo essere desunta automaticamente dal mero vincolo di parentela o dal coinvolgimento in episodi di violenza, se non nell'ambito di un più ampio contesto probatorio che evidenzi il ruolo effettivo dell'indagato all'interno del sodalizio e la sua consapevole adesione al programma criminoso comune.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/2/2019 del Tribunale di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Gaeta Piero, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATT…

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