Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39984 del 5 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:39984PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. si configura quando l'agente, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, sottopone la persona offesa a trattamenti degradanti, umilianti e lesivi della sua dignità, tali da cagionarle sofferenze fisiche e psichiche, anche attraverso l'imposizione di comportamenti vessatori e prevaricatori, in un contesto di sopraffazione e assoggettamento della vittima. La sussistenza del reato non è esclusa dalla mera esistenza di litigi e comportamenti aggressivi tra i conviventi, dovendo il giudice accertare se tali condotte siano espressione di una volontà di dominio e di prevaricazione dell'agente sulla vittima, anziché di una reazione, sia pure sproporzionata, a specifici episodi conflittuali. La valutazione della credibilità della persona offesa, costituitasi parte civile, e delle dichiarazioni testimoniali rilevanti ai fini della ricostruzione del fatto, deve essere effettuata dal giudice di merito in modo rigoroso e scevro da travisamenti, senza che la mera divergenza tra le versioni fornite dalla difesa e dall'accusa possa di per sé condurre all'applicazione del principio dell'oltre ogni ragionevole dubbio. Ove intervenga la prescrizione del reato, i vizi di motivazione relativi alla valutazione della prova e all'accertamento della responsabilità penale dell'imputato non possono essere dedotti in sede di legittimità, essendo precluso il giudizio di merito e dovendo il giudice di legittimità limitarsi a verificare l'esistenza di eventuali nullità insanabili o l'inesistenza del fatto contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - rel. Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/04/2017 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere LAURA SCALIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore ANIELLO ROBERTO che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
L'avvocato (OMISSIS) del foro di ROMA, in difesa della parte civile non ricorrente (OMISSIS), si riporta alle conclusioni scritte depositate e in…

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