Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35260 del 18 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:35260PEN

Massima

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Il reato di danneggiamento di cui all'art. 635 c.p. commesso in danno di un familiare non convivente è procedibile a querela di parte, con conseguente possibilità di estinzione del reato per remissione di querela, anche qualora il fatto sia contestato nella forma aggravata prevista dal comma 2, n. 3) dello stesso articolo, relativa al danneggiamento di cose esposte alla pubblica fede. Pertanto, il giudice non può dichiarare la procedibilità d'ufficio del reato in tali ipotesi, essendo necessaria la proposizione della querela da parte del soggetto offeso. La decisione di non doversi procedere per estinzione del reato a seguito di remissione di querela è dunque legittima, non potendosi applicare in sede di legittimità una diversa causa di non punibilità, come l'esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p., in assenza di impugnazione da parte dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Anton - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfred - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI ANCONA;
nei confronti di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/10/2015 del TRIBUNALE di FERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/03/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott. GUARDIANO ALFREDO;
Udito il Procuratore Generale in persona della Dott.ssa MARINELLI FELICETTA.
FATTO E DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe il tri…

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