Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15110 del 22 aprile 2002
ECLI:IT:CASS:2002:15110PEN
Massima
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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è che l'errore sulla situazione di fatto, per essere rilevante ai fini dell'esclusione della responsabilità penale, deve essere inevitabile e non frutto di negligenza o imprudenza dell'agente. Pertanto, il soggetto che, pur essendo stato fornito di indicazioni precise sui luoghi in cui doveva operare, si impossessa indebitamente di beni altrui, non può invocare l'errore come causa di esclusione della colpevolezza, in quanto tale errore è da considerarsi evitabile con l'ordinaria diligenza. La massima giuridica che ne deriva è la seguente:
L'errore sulla situazione di fatto, per escludere la responsabilità penale, deve essere inevitabile e non frutto di negligenza o imprudenza dell'agente. Pertanto, il soggetto che, pur essendo stato fornito di indicazioni precise sui luoghi in cui doveva operare, si impossessa indebitamente di beni altrui, non può invocare l'errore come causa di esclusione della colpevolezza, in quanto tale errore è da considerarsi evitabile con l'ordinaria diligenza. L'agente che, nonostante le chiare indicazioni ricevute, si appropria indebitamente di beni altrui, non può beneficiare dell'esimente dell'errore inevitabile, essendo tenuto a un dovere di diligenza e accortezza nell'esecuzione dell'attività che gli è stata affidata. L'errore sulla situazione di fatto, per essere rilevante ai fini dell'esclusione della responsabilità penale, deve essere frutto di una inevitabile e non colpevole mancanza di conoscenza delle circostanze di fatto, senza che l'agente abbia potuto evitarlo con l'ordinaria diligenza. Pertanto, l'errore che deriva da negligenza o imprudenza dell'agente non può essere invocato come causa di esclusione della responsabilità penale, in quanto l'ordinamento giuridico richiede che il soggetto agisca con la dovuta cautela e attenzione nell'esecuzione delle attività che gli sono state affidate, al fine di evitare la commissione di reati. La massima giuridica che ne deriva è quindi che l'errore sulla situazione di fatto, per escludere la responsabilità penale, deve essere inevitabile e non frutto di negligenza o imprudenza dell'agente.
Sentenza completa
La Corte d'appello di Milano, con sentenza 11.12.2000, in parziale riforma della decisione del tribunale di Busto Arsizio in data 26.11.1999, dichiarava P. E. responsabile anche del reato di furto aggravato, contestato al capo B), condannandolo alla pena di base. All'imputato era stato contestato di essersi impossessato di 4000 mc. di terra vegetale sottraendola al Comune di Busto Arsizio. Ricorre per cassazione l'imputato denunciando violazione di legge. Deduce, riproponendo analoga doglianza avanzata in precedenza, che il fatto erasi verificato per mero errore circa l'area nella quale l'imputato doveva operare. Il motivo costituisce censura in punto di fatto della decisione impugnata. La Corte territoriale aveva al riguardo esaustivamente argomentato che la tesi dell'imputato -secondo cui l'asportazione della terra sarebbe avventa per errore, in quanto lo stesso riteneva di operare sui terreni sui quali doveva eseguire, per incarico …
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