Il diniego del rilascio della patente di guida per insussistenza dei requisiti morali di cui all'art. 120, comma 1, del Codice della Strada, in ragione della sottoposizione del richiedente a misure di prevenzione personali, rientra nella giurisdizione del Giudice Ordinario, trattandosi di accertamento avente natura vincolata e con vincolo posto nell'esclusivo interesse privato, la cui posizione giuridica va qualificata in termini di diritto soggettivo perfetto. Tale ipotesi non deve essere confusa con la richiesta del rilascio (discrezionale) del nulla-osta da parte della Prefettura alla patente di guida, successivamente al decorso del triennio dalla revoca della patente e alla riabilitazione penale, che rientra invece nella giurisdizione del Giudice Amministrativo. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 152 del 2021, ha ribadito che il diniego del titolo abilitativo di cui al comma 1 dell'art. 120 del Codice della Strada riflette una condizione ostativa che opera a monte del suo conseguimento e non incide su alcuna aspettativa consolidata dell'interessato, sicché tale ipotesi non è assimilabile alla revoca del titolo già conseguito, per la quale è stata riconosciuta la giurisdizione del Giudice Amministrativo. Pertanto, il Giudice Amministrativo deve declinare la propria giurisdizione in favore del Giudice Ordinario, dinanzi al quale la causa potrà essere riproposta nei termini di legge.