Il divieto di esercizio dell'attività estrattiva sancito dalle Norme di Attuazione del Piano Regionale Attività Estrattive (P.R.A.E.) nelle aree soggette a vincoli di tutela ambientale e idrogeologica, quali i Siti di Interesse Comunitario (S.I.C.) e le zone a rischio idraulico per esondazione individuate dai Piani Stralcio delle Autorità di Bacino, costituisce un limite inderogabile all'accoglimento delle istanze di autorizzazione o ampliamento delle cave, a prescindere dalla pregressa situazione di fatto e dalle pregresse autorizzazioni rilasciate. Tale divieto, previsto espressamente dagli articoli 7 e 26 delle Norme di Attuazione del P.R.A.E., non può essere superato nemmeno attraverso il parere favorevole dell'autorità preposta alla tutela del vincolo, in quanto la normativa del Piano non consente in tali aree l'esercizio dell'attività estrattiva. Pertanto, il diniego opposto dall'amministrazione regionale all'istanza di autorizzazione o ampliamento di una cava ricadente in tali aree vincolate risulta pienamente legittimo, non potendo l'amministrazione derogare al divieto stabilito dalla pianificazione regionale, a tutela degli interessi ambientali e idrogeologici preminenti. La pregressa situazione di fatto e le pregresse autorizzazioni non possono costituire un diritto acquisito in capo all'impresa, prevalendo su di esse le superiori esigenze di tutela ambientale e idrogeologica sancite dalla pianificazione regionale.