Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6114 del 7 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:6114PEN

Massima

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Il reato di diffamazione mediante comunicazione con più persone sussiste anche quando il contenuto denigratorio sia stato inviato a un organo istituzionale, come il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, in quanto tale comunicazione è per sua natura propulsiva di un procedimento che deve essere portato a conoscenza di altre persone, diverse dall'immediato destinatario, sempre che l'autore della missiva prevedesse o volesse tale circostanza. Inoltre, la paternità della comunicazione denigratoria può essere attribuita all'autore sulla base di elementi logici univoci, come riferimenti a procedimenti giudiziari pendenti e pregressi livori tra le parti, anche in assenza di sottoscrizione, purché il contenuto sia il medesimo di quello inviato ad un organo istituzionale e sottoscritto dall'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/12/2017 del Tribunale di Avellino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE RICCARDI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore della parte civile, Avv. (OMISSIS), che ha concluso riportandosi alle conclusioni scritte.
RITENUTO IN F…

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