Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Il giudice amministrativo, in materia di occupazione e di espropriazione per pubblica utilità, è competente a conoscere delle controversie relative a provvedimenti amministrativi, mentre non lo è per i meri comportamenti materiali. Pertanto, il ricorso deve essere riassunto entro il termine perentorio di sei mesi (oggi ridotto a tre mesi) dalla comunicazione della pronuncia che ha attribuito la giurisdizione al giudice amministrativo, ai sensi dell'art. 50 c.p.c., a pena di estinzione del processo. Tale termine perentorio non può essere derogato in via interpretativa, neppure in presenza di un provvedimento del giudice ordinario che abbia assegnato un diverso termine per la riassunzione, in quanto tale provvedimento è privo di valore giuridico. L'istituto della rimessione in termini per errore scusabile, previsto dall'art. 37 c.p.a., non trova applicazione quando, come nel caso di specie, non sussistano oggettive ragioni di incertezza su questioni di diritto o gravi impedimenti di fatto che possano giustificare l'erronea proposizione dell'azione presso il giudice ordinario e il conseguente superamento dei termini perentori stabiliti per il processo amministrativo.