Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La Corte di Cassazione non ammette l'impugnazione per revocazione delle proprie sentenze di mera legittimità, ai sensi dell'art. 395 c.p.c., n. 5, per contrasto di giudicati, in quanto tale ipotesi non è espressamente prevista dalla disciplina normativa, né prima né dopo il D.Lgs. n. 40 del 2006. Tale scelta del legislatore non è in contrasto con alcun principio o norma costituzionale, in quanto il diritto di difesa e gli altri diritti costituzionalmente garantiti non risultano violati dalla disciplina delle condizioni e dei limiti entro i quali può essere fatto valere il giudicato, la cui stabilità rappresenta un valore costituzionale. Inoltre, l'ammissibilità di tale impugnazione sarebbe logicamente e giuridicamente incompatibile con la natura delle sentenze di mera legittimità, che danno luogo solo al giudicato in senso formale e non a quello sostanziale. Pertanto, la Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso per revocazione avverso una propria precedente sentenza di mera legittimità, anche nell'ipotesi di pretesa violazione di un giudicato interno al processo, non essendo tale violazione riconducibile al combinato disposto dell'art. 395 c.p.c., n. 5 e dell'art. 391-bis c.p.c.