La contraffazione di documenti validi per l'espatrio, anche se commessa all'estero, integra il reato di cui all'art. 497-bis, comma 2, c.p. in quanto l'utilizzo del documento falso nel territorio dello Stato è sufficiente a configurare la punibilità della condotta ai sensi dell'art. 489 c.p., indipendentemente dal luogo di commissione del fatto. La fattispecie di cui al comma 2 dell'art. 497-bis c.p. costituisce una circostanza aggravante della fattispecie base prevista dal comma 1, in quanto il legislatore ha inteso delineare una più grave ipotesi delittuosa per la particolare pericolosità sociale della condotta di contraffazione di documenti validi per l'espatrio. Ai fini della prova del reato, l'esistenza del fatto può essere desunta anche da presunzioni fondate su inoppugnabili dati di fatto, in applicazione del principio del libero convincimento del giudice di cui all'art. 192, comma 2, c.p.p.