Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29231 del 26 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:29231PEN

Massima

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Il concorso nel reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti si configura anche quando il contributo del concorrente, pur non essendo diretto alla realizzazione materiale del fatto, si sostanzia in condotte consapevoli e causalmente orientate a preservare gli effetti dell'illecita detenzione e a perpetuarne l'offensività, come nel caso di chi, pur non essendo coinvolto direttamente nell'attività di spaccio, si adopera per occultare la droga e impedirne il rinvenimento da parte delle forze dell'ordine. Tali condotte, che trascendono la mera connivenza passiva non punibile, integrano un apporto concorsuale alla realizzazione del reato, essendo incompatibili con la fattispecie del favoreggiamento personale, il quale presuppone che l'agente non sia stato coinvolto, né oggettivamente né soggettivamente, nel reato presupposto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. DA. Mi. , nato a (OMESSO);

2. D. N. A. , nata a (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 24/07/2008 dalla Corte di Appello di Cagliari sezione distaccata di Sassari;

visti gli atti e letti i ricorsi e la sentenza impugnata;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero in persona del sostituto P.G. Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

MOTIVI DELLA DEC…

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