La decadenza dall'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica può essere dichiarata dal Comune competente qualora l'assegnatario non abiti stabilmente nell'alloggio assegnato o ne muti la destinazione d'uso, anche qualora l'abbandono dell'alloggio sia giustificato da esigenze lavorative. Infatti, ciò che rileva ai fini della decadenza è l'inutilizzo dell'alloggio come dimora abituale, a prescindere dalle motivazioni, in quanto l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica è finalizzata a sopperire alle carenze abitative dei cittadini e non a fornire una seconda casa. Pertanto, il mancato stabile utilizzo dell'alloggio da parte dell'assegnatario, accertato anche attraverso verifiche svolte dalle autorità competenti, legittima il provvedimento di decadenza, in quanto l'alloggio deve essere recuperato e riassegnato ad altra famiglia in condizione di disagio abitativo. La decadenza dall'assegnazione non può essere evitata nemmeno dal successivo rientro nell'alloggio di un componente del nucleo familiare, in quanto i presupposti per la decadenza si erano già verificati in precedenza. Inoltre, il rientro settimanale o il solo utilizzo dell'alloggio nel periodo estivo non integrano i requisiti di stabile occupazione richiesti dalla legge per il mantenimento dell'assegnazione, configurando piuttosto un uso dell'alloggio come seconda casa, estraneo alle finalità dell'edilizia residenziale pubblica.