La presentazione di una domanda di condono edilizio ai sensi della legge n. 47/1985 e della legge n. 724/1994 comporta la sospensione di diritto dei procedimenti amministrativi sanzionatori relativi agli abusi edilizi oggetto della richiesta di sanatoria. Di conseguenza, l'adozione di provvedimenti repressivi, quali ordini di demolizione o di ripristino dello stato dei luoghi, in pendenza della domanda di condono, si pone in contrasto con il divieto di iniziative sanzionatorie imposto dagli artt. 38 e 44 della legge n. 47/1985 e determina l'illegittimità di tali provvedimenti. Tuttavia, qualora la domanda di condono sia presentata successivamente all'adozione del provvedimento sanzionatorio, l'interesse all'impugnazione di quest'ultimo viene meno, in quanto l'esito del procedimento di condono, sia esso favorevole o sfavorevole, comporta comunque la necessità di un nuovo provvedimento sanzionatorio da parte dell'amministrazione. In tal caso, pertanto, il ricorso contro il precedente provvedimento repressivo diviene improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.