Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38463 del 2 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:38463PEN

Massima

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La modifica normativa introdotta dall'art. 2, comma 1, lett. a-bis, del D.L. n. 11 del 2009, convertito con modificazioni dalla L. n. 38 del 2009, che ha esteso la presunzione di inadeguatezza di misure cautelari diverse dalla custodia cautelare in carcere per i reati di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309 del 1990, trova applicazione anche nei procedimenti in corso, in base al principio tempus regit actum, in assenza di una diversa disposizione transitoria, legittimando il ripristino della più grave misura cautelare a carico dell'imputato già sottoposto in precedenza a custodia cautelare in carcere, poi sostituita con gli arresti domiciliari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' ((omissis)) - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

decidendo sul ricorso proposto da:

Lo. An. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 15 marzo 2010 del Tribunale del riesame di Bari che, in accoglimento dell'appello proposto dal Procuratore generale della Corte di appello di Bari contro l'ordinanza 22 dicembre 2009 della Corte di appello di Bari, ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere, per vari reati tra cui l'associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti di cui al Decreto d…

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