L'occupazione sine titulo di un fondo privato da parte della pubblica amministrazione, in assenza del tempestivo completamento della procedura espropriativa, costituisce un illecito permanente che non determina il trasferimento della proprietà in capo all'ente pubblico, ma comporta l'obbligo di restituzione del bene e il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dal proprietario, calcolati secondo i criteri di cui all'art. 42-bis del d.p.r. n. 327/2001. Tale responsabilità solidale grava sull'amministrazione che ha autorizzato l'occupazione d'urgenza e sul soggetto incaricato della realizzazione dell'opera pubblica, anche in assenza di un formale trasferimento di poteri espropriativi, in quanto il materiale compimento della procedura espropriativa da parte di quest'ultimo lo rende comunque responsabile dei danni arrecati. Inoltre, a far data dall'entrata in vigore del d.lgs. n. 164/2000, la responsabilità si estende anche alla Regione Campania, cui sono state trasferite le relative competenze. L'esistenza del danno e l'elemento soggettivo della colpa della pubblica amministrazione si presumono in ragione della natura permanente dell'illecito e della consapevolezza della violazione dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa. La restituzione del bene e la sua riduzione in pristino escludono la risarcibilità di ulteriori poste di danno con riferimento alle porzioni residue dei fondi.