Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai fini dell'applicazione della custodia in carcere, può essere desunto dalla rilevante esperienza criminale dell'indagato nel settore illecito, dalla modalità sofisticata della condotta realizzata attraverso mezzi informatici idonei a sfuggire al controllo dello Stato, nonché dalla gravità del reato contestato, che consente al giocatore di puntare all'infinito e di perdere sistematicamente il denaro investito, cagionando un grave danno alla collettività. Tuttavia, il trascorrere di un significativo lasso di tempo tra i fatti addebitati e l'applicazione della misura cautelare, unitamente all'intervenuta assoluzione dell'indagato in altri procedimenti penali, possono incidere sulla valutazione dell'attualità del pericolo, imponendo una motivazione più approfondita in ordine alla sussistenza di tale esigenza cautelare. Inoltre, il giudice è tenuto a verificare la concreta possibilità di applicare misure meno afflittive della custodia in carcere, come gli arresti domiciliari con dispositivo di controllo elettronico o in luoghi avulsi da dispositivi informatici, al fine di garantire le esigenze cautelari con modalità meno incisive sulla libertà personale dell'indagato.