Il legittimo interesse all'impugnazione del provvedimento di sequestro preventivo spetta esclusivamente al titolare del bene oggetto di sequestro, il quale deve dimostrare il concreto interesse alla restituzione della cosa, inteso come risultato tipico dell'impugnazione, non essendo sufficiente la mera qualità di indagato nel procedimento penale. L'indagato non titolare del bene sequestrato, pur astrattamente legittimato a proporre richiesta di riesame ai sensi dell'art. 322 c.p.p., può impugnare il provvedimento di sequestro solo se vanta un interesse concreto ed attuale alla restituzione del bene, che deve corrispondere al risultato tipizzato dall'ordinamento per lo specifico schema procedimentale. In mancanza di tale interesse, il ricorso per cassazione proposto dall'indagato non titolare del bene sequestrato deve essere dichiarato inammissibile, con condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, salvo che non ricorrano ragioni per ritenere che il ricorso sia stato presentato senza colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.