Il provvedimento amministrativo di sospensione dell'attività di ristorante e delle pertinenti procedure di preparazione e somministrazione di alimenti e bevande, nonché di revoca della registrazione e di divieto d'uso per fine potabile delle acque stoccate, adottato dall'autorità sanitaria competente ai sensi del Regolamento (CE) n. 882/2004, può essere legittimamente revocato qualora l'operatore economico si sia adeguato alle prescrizioni imposte con il medesimo provvedimento, determinando così la cessazione della materia del contendere nel giudizio di impugnazione proposto avverso il provvedimento originario. In tal caso, il giudice amministrativo dichiara l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuto difetto di interesse, compensando le spese di lite tra tutte le parti del giudizio, in considerazione del fatto che la revoca è stata disposta a seguito dell'adeguamento dell'operatore alle prescrizioni impartite. Il principio di diritto affermato mira a contemperare l'esigenza di tutela della salute pubblica, che giustifica l'adozione di provvedimenti sanzionatori da parte dell'autorità sanitaria, con il riconoscimento della possibilità per l'operatore di regolarizzare la propria posizione, determinando così la cessazione della materia del contendere e l'improcedibilità del ricorso. Tale soluzione consente di valorizzare il ruolo collaborativo dell'operatore economico e di evitare l'inutile protrarsi del contenzioso, una volta che l'obiettivo di tutela della salute pubblica sia stato raggiunto attraverso l'adeguamento alle prescrizioni imposte.