Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35849 del 26 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:35849PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. si distingue dal mero favoreggiamento personale per la sussistenza di un contributo causale e sistematico del soggetto agente al mantenimento e al rafforzamento della struttura organizzativa e delle capacità operative del sodalizio criminoso, che si concretizza in un coinvolgimento organico e continuativo nelle attività illecite del gruppo, anche attraverso l'agevolazione della latitanza dei vertici dell'associazione e la trasmissione di direttive e istruzioni. Tale contributo, caratterizzato da consapevolezza e volontarietà, deve essere valutato alla luce di una pluralità di elementi indiziari, quali la frequenza e la meticolosa protezione dei contatti con i capi dell'organizzazione, l'utilizzo di sofisticate modalità di comunicazione volte ad eludere le investigazioni, la partecipazione a specifici compiti funzionali agli scopi del sodalizio. In presenza di gravi indizi di colpevolezza per il delitto di cui all'art. 416-bis c.p., opera una presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari, superabile solo attraverso l'allegazione e la dimostrazione di elementi che comprovino l'effettivo e irreversibile allontanamento dell'indagato dal gruppo criminale, non essendo sufficiente la mera distanza temporale tra i fatti contestati e l'adozione della misura cautelare, specie quando tale intervallo risulti modesto in relazione alla gravità e alla sistematicità delle condotte addebitate.

Sentenza completa

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 15/01/2018 del TRIBUNALE LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. UMBERTO LUIGI CESARE GIUSEPPE SCOTTI;
sentite le conclusioni del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa LOY MARIA FRANCESCA, che conclude per l'inammissibilita';
udito il difensore, avv. (OMISSIS) del Foro di Palmi, che chiede l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, con ordinanza del 15/128/2/2018, ha rigettato la richiesta di riesame proposta nell'interesse dell'indagata (OMISSIS) avverso l'ordinanza del Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria del 6/12/2017, che le aveva applicato la misura cautelare della custodia in carcere, in relazione al reato di partecipazione all'associazione per delinquere di tipo mafioso, denominata ndrangheta ex ar…

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