Il provvedimento di rigetto della richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova non è immediatamente impugnabile con ricorso per cassazione, ma è appellabile unitamente alla sentenza di primo grado, in quanto l'articolo 464 quater c.p.p., comma 7, nel prevedere il ricorso per cassazione, deve essere interpretato nel senso che si riferisce unicamente al provvedimento con cui il giudice, in accoglimento della richiesta dell'imputato, abbia disposto la sospensione del procedimento con la messa alla prova. Il rigetto della richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova non è, pertanto, immediatamente impugnabile con ricorso per cassazione, ma può essere fatto valere solo in sede di appello avverso la sentenza di primo grado, in applicazione del principio di unitarietà dell'impugnazione stabilito dall'articolo 58 c.p.p. Tale interpretazione, affermata dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, si fonda sulla ratio di evitare la frammentazione del processo e la moltiplicazione dei gradi di giudizio, garantendo così la celerità e l'economia processuale. Pertanto, il provvedimento di rigetto della richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova non è autonomamente impugnabile con ricorso per cassazione, ma può essere fatto valere solo in sede di appello avverso la sentenza di primo grado.