Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34830 del 14 settembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:34830PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur se esercitato con espressioni di estrema asprezza verbale, non integra il reato di diffamazione quando le dichiarazioni, ancorché dure nei toni, siano strettamente attinenti all'esercizio della funzione pubblica svolta dal soggetto criticato e non comportino diffamatorie denunce di fatti concernenti la sua integrità personale, dignità, riservatezza e reputazione. Nell'esercizio del diritto di critica, la valutazione del rispetto del limite della continenza deve essere effettuata tenendo conto di tutte le circostanze del caso concreto, compresa la posizione rivestita dal soggetto che esercita la critica, in modo da riconoscere una necessaria elasticità nella valutazione di tale limite, purché le espressioni utilizzate non trasmodino in attacchi personali o in pure contumelie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI LECCE SEZIONE DISTACCATA DI TARANTO;

contro

2) MI. Fi., N. IL (OMESSO);

contro

3) PA. Gi., N. IL (OMESSO);

contro

4) D'. Fr., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 17.11.2005 CORTE DI APPELLO SEZ. DIST. di TARANTO;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

Udita la relazione…

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