Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23268 del 3 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:23268PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) è configurabile quando risulta provata l'esistenza di un sodalizio criminoso caratterizzato da un vincolo associativo stabile e duraturo, dalla forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, dalla condizione di assoggettamento e di omertà che ne consegue, nonché dalla finalità di commettere una serie indeterminata di reati. L'appartenenza all'associazione mafiosa può essere desunta non solo dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, ma anche dalle risultanze delle intercettazioni telefoniche e ambientali, che consentono di ricostruire il ruolo e il contributo causale del singolo associato nell'ambito del sodalizio criminoso. In particolare, la partecipazione all'associazione mafiosa può essere provata attraverso l'accertamento di condotte riconducibili all'affectio societatis, come i contatti e i rapporti con gli altri membri del gruppo, la ricezione di denaro di provenienza associativa, la conoscenza delle dinamiche interne e delle attività illecite del sodalizio. Il ruolo direttivo all'interno dell'associazione mafiosa può essere desunto non solo dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, ma anche dalle conversazioni intercettate che evidenziano il carisma e l'autorevolezza del soggetto all'interno del gruppo, la sua capacità di impartire ordini e direttive agli altri associati, nonché il suo coinvolgimento nella gestione della cassa comune e delle attività estorsive. La valutazione della credibilità intrinseca dei collaboratori di giustizia e della loro capacità di fornire riscontri esterni alle loro dichiarazioni rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione è incensurabile in sede di legittimità se logica e coerente con i principi giurisprudenziali in materia. Parimenti, il diniego delle circostanze attenuanti generiche è rimesso alla valutazione discrezionale del giudice, che deve motivare adeguatamente la sua decisione sulla base degli elementi di fatto rilevanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), n. a (OMISSIS);
2) (OMISSIS), n. a (OMISSIS);
3) (OMISSIS), n. ad (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa l'8/7/2015 dalla Corte di appello di Catania;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott.ssa ((omissis))a Giordano;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona dell'Avvocato generale Dott. ROSSI Agnello, che ha concluso chiedendo dichiarare l'inammissibilita' dei ricorsi;

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