Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 46785 del 25 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:46785PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando dei propri poteri, accetta denaro per introdurre in carcere, a favore di detenuti appartenenti ad associazioni criminali, sostanze stupefacenti e telefoni cellulari, può essere sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, in ragione del concreto pericolo di reiterazione del reato e dei suoi legami con l'organizzazione criminale, anche in presenza di una sentenza di condanna di primo grado, in quanto tale misura, pur non essendo eccessivamente afflittiva, consente un costante monitoraggio dell'indagato, impedendogli di operare ancora nell'interesse del clan. La sussistenza di tali esigenze cautelari, adeguatamente motivata dal giudice, comporta l'inammissibilità del ricorso avverso il provvedimento che ha confermato la misura degli arresti domiciliari, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. FIDELBO Giorgio - rel. Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 5 maggio 2015 emessa dal Tribunale di Napoli;
visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;
sentita la relazione del consigliere ((omissis));
udito il sostituto procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe indicata il Tribunale di Napoli ha respinto l'appello cautelare proposto nell'interesse di (OMISSI…

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