Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2306 del 19 gennaio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:2306PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) di cui all'art. 612-bis c.p. è integrato dalla reiterazione di minacce o molestie che cagionino nella vittima un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero un fondato timore per la propria incolumità o per quella di persone a lei vicine, oppure la costringano ad alterare le proprie abitudini di vita. Tali eventi, alternativi tra loro, costituiscono elementi essenziali del reato, la cui sussistenza deve essere adeguatamente motivata dal giudice di merito sulla base di una valutazione complessiva della condotta dell'imputato e delle sue conseguenze sulla vittima. La serialità e la reiterazione delle condotte, nonché l'atteggiamento della persona offesa, rappresentano caratteristiche fondamentali del delitto, la cui consumazione non richiede necessariamente la prova di tutti e tre gli eventi tipizzati dalla norma. Inoltre, il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito in ordine all'accertamento dei fatti e alla ricostruzione degli elementi costitutivi del reato, limitandosi a verificare la logicità e la coerenza della motivazione adottata. Infine, la determinazione della pena rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, che deve motivare adeguatamente le ragioni del trattamento sanzionatorio applicato, in base ai criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/02/2017 della Corte di appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)) che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di appello di Milano con sentenza del 28 febbraio 2017 ha confermato la sen…

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