Consiglio di Stato sentenza n. 5661 del 2020

ECLI:IT:CDS:2020:5661SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che: 1. Le norme sulla partecipazione procedimentale, di cui agli artt. 7 e 10-bis della legge n. 241/1990, devono essere interpretate non in senso formalistico, ma avendo riguardo all'effettivo e oggettivo pregiudizio che la loro inosservanza abbia causato alle ragioni del soggetto privato nello specifico rapporto con la pubblica amministrazione. Nel caso di specie, la società ricorrente non ha indicato quali ulteriori elementi avrebbe potuto rappresentare se le fosse stato concesso un termine più ampio per presentare osservazioni. 2. Il giudizio di compatibilità paesaggistica di un intervento, con riferimento ai concetti di "integrità morfologica" e "significatività dell'impatto", implica una valutazione tecnico-discrezionale da parte delle autorità preposte alla gestione del vincolo, sindacabile in sede giurisdizionale esclusivamente sotto i profili della logicità, coerenza e completezza della valutazione, nonché dell'adeguata motivazione, senza che il giudice possa sostituire la propria valutazione a quella dell'amministrazione. 3. La valutazione di compatibilità paesaggistica deve tenere conto anche della percezione visiva della modificazione dello stato dei luoghi, in particolare del profilo del crinale montano, oggetto di specifica tutela da parte del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Regione Toscana. 4. Le esigenze di sicurezza e stabilità delle attività estrattive, pur rilevanti, non possono giustificare deroghe al regime di tutela paesaggistica previsto dal PIT, salvo che per gli interventi di messa in sicurezza di attività già autorizzate alla data di approvazione del Piano. 5. Il necessario coordinamento tra i piani di coltivazione delle diverse cave non esclude la possibilità di valutazioni differenziate in relazione alle specifiche caratteristiche di ciascuna cava, laddove solo per alcune di esse si presentino ostacoli normativi che giustificano il diniego di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) o di coltivazione. 6. Il diniego di VIA per la prosecuzione dell'attività estrattiva in una determinata cava non comporta necessariamente un totale sacrificio dell'iniziativa imprenditoriale, essendo possibile l'autorizzazione di piani di coltivazione alternativi, purché compatibili con la tutela paesaggistica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato
in sede giurisdizionale
Sezione Quarta
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 1233 del 2020, proposto dalla società Po. Si. Ma. a r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Ma. Pi. Ch. e An. Ve., con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Lu. Ma. in Roma, Via. (…);
contro
il Comune di Carrara, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati So. Fa.e Ma. Va., con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;
il Ministero per i Beni e le Attività culturali, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, con domicilio ex lege in Roma, via (…);
nei confronti
Azienda Usl Toscana Nord Ovest, Regione Toscana, Arpat - Agenzia Regionale per la…

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