Consiglio di Stato sentenza n. 2325 del 2016

ECLI:IT:CDS:2016:2325SENT

Massima

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La demolizione di opere edilizie abusive realizzate in assenza di titolo abilitativo non è soggetta al limite previsto dall'art. 34 del d.P.R. n. 380/2001, il quale condiziona l'ordine di demolizione al pregiudizio della parte eseguita in conformità, in quanto tale norma si applica esclusivamente agli interventi realizzati in parziale difformità dal permesso di costruire e non anche a quelli eseguiti in totale assenza di titolo. Pertanto, l'amministrazione può legittimamente ordinare la demolizione di opere abusive, anche se ciò potrebbe arrecare pregiudizio alla parte preesistente, in quanto la tutela dell'interesse pubblico alla legalità urbanistica prevale sulla tutela dell'interesse privato alla conservazione dell'opera. Il principio di diritto è che l'ordine di demolizione di opere edilizie abusive non è condizionato dalla possibilità di arrecare pregiudizio alla parte eseguita in conformità, quando le opere siano state realizzate in totale assenza di titolo abilitativo, in quanto in tali casi la tutela dell'interesse pubblico alla legalità urbanistica prevale sull'interesse privato alla conservazione dell'opera. Tale principio si fonda sulla necessità di assicurare il rispetto della normativa edilizia e urbanistica, a garanzia della corretta pianificazione e utilizzazione del territorio, nonché sulla prevalenza dell'interesse pubblico alla legalità sugli interessi privati, anche quando ciò possa comportare un sacrificio per il proprietario dell'opera abusiva. La massima giuridica si applica a tutti i casi in cui l'amministrazione debba valutare l'ordine di demolizione di opere edilizie realizzate in assenza di titolo, indipendentemente dalle specifiche circostanze del caso concreto, e costituisce un principio generale di diritto urbanistico ed edilizio.

Sentenza completa

N. 00269/2013
REG.RIC.

N. 02325/2016REG.PROV.COLL.

N. 00269/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 269 del 2013, proposto da:
Otello Rossi, rappresentato e difeso dall’avvocato Giulio Ragazzoni, con domicilio eletto presso lo studio di quest’ultimo in Roma, Piazzale Clodio, 18;

contro

Comune di Castel Gandolfo, non costituito in giudizio;

per la riforma

della sentenza in forma semplificata 6 luglio 2012, n. 6146, del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio.

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

viste le memorie difensive;

visti tutti gli atti della causa;

relatore nell’udienza pubblica del giorno 3 marzo 2016 il Cons. Vincenzo Lopilato. Nessuno …

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