Il provvedimento di espropriazione di un bene culturale immobile, dichiarato di particolare interesse storico e architettonico, è legittimo ai sensi dell'art. 95 del d.lgs. n. 42/2004 quando l'espropriazione risponda a un importante interesse pubblico di migliorare le condizioni di tutela e fruizione del bene, come nel caso di interventi di stabilizzazione del suolo e di consolidamento di strutture murarie necessari per la conservazione e la messa in sicurezza dell'immobile vincolato. L'omessa comunicazione di avvio del procedimento espropriativo è giustificata dalla normativa di emergenza che ha autorizzato la deroga all'art. 7 della l. n. 241/1990, mentre la mancata puntuale quantificazione preventiva della superficie da espropriare e la motivazione dell'occupazione anticipata che si limiti a richiamare la dichiarazione di pubblica utilità non inficiano la legittimità del provvedimento, attesa la natura meramente attuativa di tali atti. Pertanto, il provvedimento di espropriazione di un bene culturale immobile è legittimo quando l'intervento pubblico, pur comportando una limitata occupazione del bene, sia finalizzato a migliorare le condizioni di tutela e fruizione dello stesso, anche in deroga alle ordinarie garanzie procedimentali, in ragione dello stato di emergenza e della necessità di interventi urgenti.