Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15772 del 8 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:15772PEN

Massima

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Il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso può essere provato sulla base delle dichiarazioni della persona offesa, purché chiare, precise, puntuali e specifiche, nonché oggettivamente riscontrate, anche in assenza di ulteriori elementi individualizzanti. La sussistenza della fattispecie aggravata è integrata dalla dimostrazione che l'azione delittuosa sia stata compiuta avvalendosi delle condizioni di intimidazione e assoggettamento tipiche dell'associazione mafiosa, tali da ingenerare nella vittima la convinzione di non potersi rifiutare. In tali casi, la presunzione relativa di adeguatezza e proporzionalità della custodia cautelare in carcere non è superata dalla mera deduzione di una minore afflittività di altre misure, in assenza di elementi concreti idonei a dimostrare l'inadeguatezza della misura più grave.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 923/2013 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO, del 08/08/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott GIACOMO ROCCHI;

sentite le conclusioni del PG Dott. MURA Antonio che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza dell'8/8/2013, il Tribunale di Catanzaro rigettava la richiesta di riesame proposta da (OMISSIS) avverso l'ordinanza …

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