Il singolo comproprietario di un immobile non può presentare unilateralmente una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) per l'esecuzione di lavori edilizi sull'immobile comune, senza il previo consenso di tutti gli altri comproprietari, salvo il caso in cui il comproprietario interessato sia stato previamente autorizzato dal giudice civile, a seguito di un giudizio instaurato ai sensi dell'art. 1105 c.c. per la nomina di un amministratore della cosa comune. L'amministrazione comunale, nell'esame della SCIA, ha il potere-dovere di verificare la legittimazione del richiedente, accertando la sussistenza del consenso di tutti i comproprietari, non essendo sufficiente la sola proprietà di una quota dell'immobile. Pertanto, in assenza del consenso di tutti i comproprietari, l'amministrazione comunale è legittimata a sospendere l'efficacia della SCIA e a inibire l'esecuzione dei lavori, non potendo il singolo comproprietario procedere unilateralmente, neppure in presenza di una perizia tecnica che attesti la necessità di intervenire per la conservazione dell'immobile, in ragione dell'inerzia degli altri comproprietari.