Il riconoscimento di una sentenza straniera nell'ordinamento italiano è subordinato al rispetto di specifici requisiti, tra cui la regolare citazione della parte soccombente secondo la legge dello Stato ove la sentenza è stata emessa e la sua effettiva partecipazione al giudizio, senza che possano rilevare eventuali difformità rispetto ai termini processuali previsti dalla legge italiana. Il giudice italiano chiamato a valutare il riconoscimento di una sentenza straniera deve effettuare tale valutazione con riferimento al processo nel suo complesso, senza che possano assumere rilievo singole irregolarità procedurali, purché non abbiano comportato una lesione dei diritti essenziali di difesa della parte soccombente. Pertanto, il mancato rispetto di termini processuali più ampi previsti dalla legge italiana non costituisce di per sé motivo ostativo al riconoscimento di una sentenza straniera, qualora la parte soccombente sia stata regolarmente citata e abbia avuto la possibilità di esercitare effettivamente il proprio diritto di difesa nel giudizio celebrato all'estero.