Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20494 del 13 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:20494PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, nell'applicare misure di sorveglianza speciale e di confisca di beni, può fondare il giudizio di pericolosità sociale attuale del proposto sulla base di precedenti penali e giudiziari, anche se non definitivi, nonché su condotte che, pur non integrando reato, siano sintomatiche di un modus vivendi illecito e pericoloso per la collettività. La sproporzione tra il valore dei beni posseduti e i redditi dichiarati dal proposto o dai suoi familiari conviventi, in assenza di prova della legittima provenienza di tali beni, legittima l'applicazione della confisca, in quanto presunzione relativa di disponibilità diretta o indiretta dei beni da parte del soggetto ritenuto socialmente pericoloso. Il giudizio di prevenzione è autonomo e indipendente rispetto al procedimento penale, sicché il giudice può valutare liberamente gli elementi probatori e indiziari, senza essere vincolato dalle statuizioni definitive del processo penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 13/2009 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 04/02/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MONICA BONI;

lette le conclusioni del PG Dott. IZZO Gioacchino il quale ha chiesto d…

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