Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 52219 del 15 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:52219PEN

Massima

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Il falso in denuncia, pur non integrando il reato di falso materiale, può comunque configurare il reato di calunnia qualora l'imputato, mediante la presentazione di una denuncia di smarrimento di un documento, abbia intenzionalmente accusato indirettamente un soggetto terzo di un reato che non ha commesso. In tal caso, la condotta calunniosa sussiste anche in assenza di una prova diretta della volontà dell'imputato di accusare falsamente il soggetto, essendo sufficiente la valutazione complessiva delle circostanze oggettive e soggettive che hanno caratterizzato il fatto. Tuttavia, il reato di calunnia può estinguersi per prescrizione, nonostante la gravità della condotta accertata, qualora il procedimento si sia protratto per un periodo di tempo eccessivo, senza che ciò comporti la necessità di una decisione più favorevole all'imputato, ove le statuizioni civili adottate in sede penale appaiano comunque fondate sulla base della ricostruzione probatoria operata dai giudici di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/05/2016 della CORTE APPELLO di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GAETANO DE AMICIS;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore BALSAMO; ((omissis)). Gen. conclude per l'annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione con conferma delle statuizioni civili.
FATTO E DIRITTO
Con la decisione indicata in epigrafe la Corte d'…

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