Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27940 del 15 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:27940PEN

Massima

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Il possesso di beni di interesse artistico, storico o archeologico di provenienza illecita, anche se incerto il momento esatto dell'acquisizione, integra il reato di ricettazione, salvo che non sia raggiunta la prova della buona fede dell'imputato. In tal caso, pur essendo il reato prescritto, il giudice deve comunque disporre la confisca dei beni, in quanto provento di attività delittuosa, al fine di tutelare il patrimonio culturale nazionale. La valutazione della responsabilità penale dell'imputato deve essere effettuata sulla base di un esame complessivo degli elementi di prova, senza che la declaratoria di prescrizione possa comportare automaticamente una pronuncia di assoluzione, dovendosi in ogni caso accertare la sussistenza o meno degli elementi costitutivi del reato. Il giudice, pertanto, nel dichiarare l'estinzione del reato per prescrizione, è tenuto a verificare la fondatezza dell'imputazione e, in caso di accertata responsabilità, a disporre la confisca dei beni illecitamente posseduti, in applicazione del principio di tutela del patrimonio culturale nazionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro Antonio - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TO. FR. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1957/2004 CORTE APPELLO di ROMA, del 15/05/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/06/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Spinaci Sante, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. Tanchini…

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