La proroga dei termini di presentazione delle offerte in una procedura di gara pubblica, disposta senza adeguata motivazione e su richiesta di un singolo operatore economico, viola il principio di parità di trattamento tra i concorrenti, in quanto determina un ingiustificato ampliamento della platea dei partecipanti, con possibile pregiudizio per gli operatori che hanno presentato offerta entro il termine originariamente stabilito. Pertanto, il provvedimento di proroga è illegittimo, in quanto adottato in violazione dei principi di imparzialità, trasparenza e buon andamento dell'azione amministrativa, nonché del principio di par condicio tra i concorrenti, sanciti dall'art. 97 della Costituzione e dall'art. 30 del Codice dei contratti pubblici. L'interesse a ricorrere contro tale provvedimento è riconosciuto in capo agli operatori economici che hanno presentato offerta entro il termine originario, in quanto la proroga potrebbe aver consentito ad altri concorrenti di correggere eventuali vizi delle proprie offerte, pregiudicando così le possibilità di aggiudicazione dell'appalto. Tuttavia, qualora l'amministrazione dimostri che, a seguito della riapertura dei termini, non si sia verificato alcun effettivo ampliamento della platea dei partecipanti, il ricorso dovrà essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.