Cassazione penale Sez. II sentenza n. 42046 del 2 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:42046PEN

Massima

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Il delitto di ricettazione può essere provato anche sulla base dell'omessa o non attendibile indicazione della provenienza della cosa ricevuta, in quanto tale condotta è rivelatrice della volontà di occultamento, logicamente spiegabile con un acquisto in mala fede. Ai fini della determinazione della pena e dell'applicabilità delle circostanze attenuanti di cui all'art. 62-bis c.p., il giudice non è tenuto ad esaminare tutti i parametri di cui all'art. 133 c.p., essendo sufficiente che specifichi a quale di essi ha inteso fare riferimento, come nel caso dei precedenti penali dell'imputato, indice concreto della sua personalità. La mera possibilità di un'ipotesi alternativa, magari altrettanto logica in via meramente congetturale, rispetto a quella ritenuta in sentenza, non è sufficiente a integrare il vizio di manifesta illogicità della motivazione denunciabile in sede di legittimità, essendo necessario che l'argomentazione del giudice di merito risulti priva di qualsiasi logica e coerenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo L. - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. MANNA Anton - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DE. MA. CL. ;

avverso la sentenza 26.9.07 della Corte d'Appello di Palermo;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Procuratore Generale nella persona del Dr. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udita la difesa del ricorrente - Avv. ((omissis)) -, che ha chiesto l'accoglim…

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