Il Consiglio di Stato, nell'esercizio della propria funzione giurisdizionale, ha affermato il seguente principio di diritto: Il provvedimento di annullamento di un'autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune, adottato dalla Soprintendenza competente ai sensi dell'art. 151, comma 4, del d.lgs. n. 490/1999, è legittimo solo ove risulti effettivamente accertata l'incompatibilità dell'intervento autorizzato con le prescrizioni del Piano Territoriale Paesistico vigente, senza che possa fondarsi su una mera presunzione di contrasto. Pertanto, qualora l'istruttoria tecnica accerti che l'intervento, pur ricadendo in zona sottoposta a tutela paesaggistica, non comporta in concreto alcun significativo impatto negativo sull'ambiente e sulla vegetazione esistente, il provvedimento di annullamento dell'autorizzazione comunale risulta viziato per violazione di legge ed eccesso di potere, dovendo prevalere l'interesse privato alla realizzazione dell'opera, purché compatibile con le esigenze di tutela del paesaggio. In tali casi, il Giudice amministrativo è tenuto ad annullare il provvedimento di annullamento adottato dalla Soprintendenza, in assenza di un effettivo contrasto con le norme di tutela paesaggistica.