Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26627 del 9 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:26627PEN

Massima

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Il rifiuto ingiustificato di un atto d'ufficio da parte di un pubblico ufficiale, per integrare il reato di cui all'art. 328 c.p., richiede la consapevolezza di agire in violazione dei doveri imposti, non essendo sufficiente la mera negligenza o l'errore scusabile determinato dal comportamento di terzi. Pertanto, qualora il pubblico ufficiale abbia agito in buona fede, senza la volontà cosciente di rifiutare o ritardare l'atto dovuto, in ragione di circostanze che hanno indotto in errore il medesimo, il fatto non può ritenersi penalmente rilevante. La massima giuridica si fonda sui seguenti principi e argomentazioni: 1. Il reato di rifiuto di atti d'ufficio di cui all'art. 328 c.p. richiede il dolo generico, ovvero la consapevolezza di agire in violazione dei doveri imposti, senza necessità del fine specifico di violare tali doveri. 2. Tuttavia, la consapevolezza di agire in violazione dei doveri imposti tende a delimitare la rilevanza penale alle sole forme di diniego che non trovano alcuna plausibile giustificazione. 3. Nel caso di specie, il comportamento del legale interessato ha indotto in errore l'ufficiale giudiziario, il quale ha agito senza la volontà cosciente di rifiutare o ritardare l'atto dovuto. 4. Pertanto, in presenza di tali circostanze che hanno determinato un errore scusabile nell'ufficiale giudiziario, non può ritenersi integrato il reato di rifiuto di atti d'ufficio, in quanto il fatto non costituisce reato. La massima così formulata esprime in modo chiaro, astratto e conciso il principio di diritto fondamentale desumibile dalla sentenza, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato e senza riferimenti al caso specifico o citazioni non essenziali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO Saverio - Consigliere

Dott. MARTELLA Ilario - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

RU. EN., nato a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 21.11.2005 della Corte di Appello di Catanzaro.

Visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTUNDO VINCENZO.

Udite le richieste del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. DELEHAYE Enrico, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Udito l'Avv.…

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