Il giudice, nell'esaminare la prova del credito vantato dal creditore opponente, è tenuto a valutare complessivamente tutti gli elementi probatori acquisiti, senza limitarsi alla mera produzione di fatture e documenti di trasporto, ma considerando altresì le risultanze della prova testimoniale e le peculiarità del rapporto tra le parti, al fine di accertare l'effettiva sussistenza e consistenza del credito. Ove emerga un quadro indiziario grave, preciso e concordante che faccia dubitare della genuinità delle operazioni commerciali documentate, il giudice può legittimamente ritenere non provato il credito, anche in presenza di fatture e documenti di trasporto, in applicazione del principio secondo cui la prova documentale non costituisce di per sé prova piena della pretesa azionata, dovendo essere valutata unitamente a tutti gli altri elementi di fatto acquisiti. Il giudice, pertanto, nel valutare la prova del credito, non è vincolato alla mera produzione di documenti contabili, ma deve compiere una valutazione complessiva di tutti gli elementi probatori, al fine di accertare l'effettiva sussistenza e consistenza del credito vantato, anche in presenza di indizi gravi, precisi e concordanti che facciano dubitare della genuinità delle operazioni commerciali documentate.