Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da Wind Tre S.p.A. avverso il diniego del Comune di Ostuni all'installazione di un piccolo impianto per la telefonia cellulare, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'installazione di un impianto radioelettrico per trasmissione punto-punto e punto-multipunto con potenza massima in singola antenna inferiore o uguale a 10 watt e con dimensione della superficie radiante non superiore a 0,5 metri quadrati rientra nell'ambito di applicazione dell'art. 35, comma 4, del D.L. n. 98/2011, convertito in Legge n. 111/2011, che ha eliminato il regime autorizzatorio precedentemente in vigore, prevedendo un'autocertificazione di attivazione. Pertanto, tali interventi non sono sottoposti a regime autorizzatorio. 2. Il Comune, nell'adottare il "Regolamento comunale per il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti per la telefonia mobile e la minimizzazione dell'esposizione ai campi elettromagnetici", ha introdotto limitazioni generalizzate alla localizzazione di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche, in violazione dell'art. 8, comma 6, della Legge n. 36/2001, il quale riserva allo Stato la competenza in materia di limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, valori di attenzione e obiettivi di qualità. 3. Il provvedimento di diniego è affetto da difetto di motivazione, in quanto non vengono specificate le ragioni di contrarietà alla normativa regionale richiamata, né viene adeguatamente motivata l'assenza di soluzioni di co-siting, la cui imposizione è riservata all'Autorità Garante per le comunicazioni. Pertanto, il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso, annullando il provvedimento di diniego e il regolamento comunale nei limiti indicati.